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MA FINO A QUANDO?

Le variabili aggregate di ricchezza

Una fotografia ad oggi

La Ricchezza Nazionale netta ai valori di mercato ammontava, nel 2020, a 7.243 €/Mld (corrispondente a € 119.000 medi per individuo e a € 145.000 medi per individuo adulto) derivante per 8.693 €/Mld (€ 143.000 medi per individuo e a € 174.000 medi per individuo adulto) dalla ricchezza privata e da -1.450 €/Mld (-24.000 medi per individuo e -29.000 medi per individuo adulto) dalla ricchezza pubblica.

La tabella ci mostra la provenienza e l’allocazione della ricchezza in Italia nel 2020. Tutti noi abbiamo in testa il problema del debito pubblico, non fosse altro che per le informazioni che subiamo sul tema. Questa, però, è solo una componente della ricchezza nazionale; a fronte di un debito pubblico che, nel 2020, valeva 2.603,0 miliardi di euro, esiste un patrimonio pubblico che vale 1.153,1 miliardi di euro, che porta il saldo della ricchezza pubblica a -1.449,9 €Mld e, soprattutto, una ricchezza privata che, nello stesso anno, ammontava a 8.693,4 miliardi di euro.

Un’analisi dinamica

Cominciamo con l’analisi delle origini della ricchezza, suddividendola tra ricchezza privata e ricchezza pubblica.

Possiamo osservare, innanzi tutto, il contributo negativo fornito dalla ricchezza pubblica che, rammentiamo, è costituita del patrimonio pubblico ridotto del debito pubblico; il suo valore costantemente negativo e progressivamente in aumento significa che il debito pubblico continua a gravare in maniera importante sulla ricchezza totale del nostro Paese.

Per converso i valori della ricchezza privata sono costantemente in crescita, con tre periodi di stasi: dal 1982 al 1985 con valori prossimi ai 3.600 miliardi di euro; dal 1994 al 1996, con valori in flessione dai 6.848 €Mld del 1993 fino al 6.517 del 1996, per poi riprendere con passo spedito fino al 2007, dove è stato toccato il massimo assoluto a 10.717 €Mld; dal 2008 al 2020, con valori in costante diminuzione, fino a raggiungere gli 8.693 €Mld del 2020. Non va, del resto, dimenticata poi la crescita precedente, dal 1966 al 1980, con valori che sono passati dai 1.170 €Mld del 1966 al 3.081 €Mld del 1980, valori che indicano la robustezza del “boom economico” di quegli anni, fino all’avvento di una nuova scenografia internazionale che analizzeremo attentamente nella prossima fase di questo lavoro.

Dal lato della ricchezza pubblica, i valori di inizio periodo erano di poco negativi (-150,5 €Mld del 1980), ma hanno continuato progressivamente a incrementarsi negativamente fino ad arrivare a -1.720 €Mld del 2017, per poi correggersi nel triennio successivo e risalire a -1.450 €Mld nel 2020

Ne consegue che, nonostante il peso sempre maggiore del debito pubblico, non compensato dalla dimensione del patrimonio pubblico, la ricchezza italiana totale è cresciuta del 129% nel periodo, arrivando a superare gli 8mila miliardi di euro, ridimensionati a 7.243 €Mld a seguito della crisi Covid del 2020. Il massimo storico si è verificato nel 2007 con 9.605 €Mld.

Procediamo ora al confronto delle variazioni italiane con quelle dei cinque paesi “benchmark”. Il grafico ci mostra lo sviluppo della ricchezza totale (quindi, privata più pubblica) dei sei paesi dalla quale si evidenziano sviluppi alquanto differenti. L’andamento è stato positivo, ma in calo, in Italia (nonostante il peso di un debito pubblico monstre); particolarmente felice sembra la fase del Regno Unito, i cui valori stanno crescendo a tassi interessanti (+10%) nell’ultimo decennio; in correzione lo sviluppo della ricchezza spagnola (-26% dopo il 2008, con una buona ripresa dal 2014 al 2019 e una caduta nel 2020), dopo un lungo periodo di crescita costante (+345%), la ricchezza nei sei paesi, comprensivi dell’Italia, non si è sviluppata nello stesso modo e nelle stesse fasi.

La ricchezza privata è cresciuta ovunque in modo significativo nel corso dei 40 anni di osservazione, con punte di intensità positive fatte registrare negli USA (+390%), dove si è passati dai 21.671 miliardi di dollari del 1980 ai 106.151 miliardi di dollari del 2020. L’Italia si colloca in fondo al gruppo, ben al di sotto dello sviluppo degli USA e Regno Unito, ma anche inferiore allo sviluppo di Francia, Germania e Spagna.

La ricchezza pubblica, invece, ci vede “vincere a mani basse”, con valori negativi per tutto il periodo. La compagnia, però, è tutta collocata nella metà negativa; il paese migliore è la Germania, con un incremento negativo di ricchezza pubblica di circa due terzi; tutti gli altri hanno fatto segnare tassi di incremento negativi alquanto sensibili (dal 132% della Francia al 281% del Regno Unito, al 405% degli Usa fino ad arrivare all’Italia che, col suo 863%, rimane il Paese con un incremento di debito pubblico molto consistente). In ogni modo in tutti i Paesi considerati il peso della ricchezza pubblica si è fortemente ridotto oppure ha accentuato la propria negatività soprattutto a partire dal primo lustro del nuovo millennio.

I due addendi, spesso di segno opposto, hanno determinato una ricchezza totale che si è sviluppata in modo molto simile alla ricchezza privata, che ha avuto in realtà una funzione trainante per tutti i paesi. Costantemente in crescita è stato lo sviluppo solo della Germania e, parzialmente, del Regno Unito e degli USA. In Francia il trend positivo si è interrotto nel 2007, proseguendo poi con una sostanziale stabilità e compensando così la nuova crescita della ricchezza privata con un’accelerazione della riduzione della ricchezza pubblica (da 1.242 miliardi di euro del 2007 a – 242 del 2020), Spagna e, soprattutto, Italia hanno avuto un picco positivo nel 2007 (Spagna 8.400 €Mld e Italia 9.605 €Mld) per poi iniziare una fase di correzione tuttora in corso (-25% ciascuna).

Origine della ricchezza in Germania

Origine della ricchezza in Francia

Origine della ricchezza in Spagna

Origine della ricchezza nel Regno Unito

Origine della ricchezza negli USA

Concentriamoci, a questo punto, sulla ricchezza privata, analizzando prima le singole componenti della ricchezza e, successivamente, verificandone lo sviluppo nel tempo.

La ricchezza privata è costituita, prevalentemente, da due macro componenti: le attività immobiliari, costituite dal patrimonio abitativo, e le attività finanziarie. Lo sviluppo, nel periodo 1980 – 2017 è stato il seguente:

A questo punto, confrontiamo i dati Italiani con quelli degli altri paesi per poter osservare le differenze più significative riguardanti le componenti della ricchezza aggregata.

Evoluzione patrimonio abitativo

Evoluzione altre attività non finanziarie

Evoluzione attività finanziarie

Evoluzione passività finanziarie

Peso patrimonio abitativo

Peso altre attività non finanziarie

Peso attività finanziarie

Peso passività finanziarie

Continuando l’analisi dello sviluppo delle componenti, approfondiamo i dettagli che compongono la voce della Attività Finanziarie. Abbiamo visto che quest’area, nella quale confluisce una parte importante dei risparmi privati, rappresenta la seconda area di ricchezza di questo settore, con un peso sempre superiore al 30% del totale e costantemente e ovunque in crescita. Le attività finanziarie sono la liquidità, le obbligazioni (e, in generale, i prestiti), le azioni (e tutte le componenti a maggior rischio, comprese anche le quote di Fondi Comuni d’Investimento e di Sicav, oltre alla attività offshore), i fondi pensione (e le altre forme di assicurazione vita) e le altre attività non meglio classificabili. Il loro sviluppo in Italia nei 37 anni della nostra osservazione è rappresentato nella figura.

Sul fronte del confronto internazionale osserviamo in parallelo lo sviluppo delle componenti delle attività finanziarie e il loro peso nel tempo.

Sviluppo liquidità

Sviluppo obbligazioni e prestiti

Sviluppo azioni, quote di fondi comuni

Sviluppo fondi pensione e assicurazioni vita

Pesi liquidità

Pesi obbligazioni e prestiti

Pesi azioni, quote di fondi comuni

Pesi fondi pensione e assicurazioni vita

Le figure precedenti e la tabella ci mostrano le differenze esistenti nelle componenti delle Attività Finanziarie dei privati tra l’Italia e i cinque Paesi di confronto, che riguardano innanzi tutto le dimensioni dell’intera componente: in Italia il totale delle attività finanziarie al 1980 era pari a 1.012 miliardi di euro, contro 1.697 in Germania, 1.165 in Francia, 458 in Spagna, 1.522 miliardi di sterline in Regno Unito e 10.981 miliardi di dollari negli USA. Da questo punto è partita una crescita del 336% in Italia, del 279% in Germania, del 378% in Francia, del 406% in Spagna, del 382% nel Regno Unito e del 545% negli USA. I valori delle attività finanziarie al 2017 sono così diventati 4.410 miliardi di euro in Italia, 6.431 €Mld in Germania, 5.568 in Francia, 2.314 in Spagna, 7.337 £Mld nel Regno Unito e 70.800 $Mld negli USA.